L’emendamento che avrebbe risolto l’impropria frammentazione previdenziale dei medici specializzandi non ha superato l’esame della Camera dei Deputati. La proposta avrebbe portato gli iscritti ai corsi di specializzazione medica a contribuire solo all’Enpam, invece che contemporaneamente a due enti previdenziali.
“Si tratta di un’occasione persa per correggere una stortura – commenta il presidente dell’ente previdenziale dei medici e degli odontoiatri, Alberto Oliveti –. Il principio generale, ribadito dalla giurisprudenza costituzionale, è che i professionisti sono tutelati dalla propria Cassa e non sono soggetti ad altri obblighi”.
“Ringraziamo quanti nelle Commissioni parlamentari e al Governo si sono impegnati per cercare di ristabilire questo corretto principio giuridico, su cui se non altro si è registrato consenso trasversale”, aggiunge Oliveti.
L’emendamento è stato esaminato dalle commissioni Finanze e Affari sociali della Camera nell’ambito della legge di conversione del Dl Energia-salute, ma è stato accantonato per una questione tecnica legata alla gestione dei flussi di cassa dello Stato. L’emendamento per garantire una previdenza unica agli specializzandi non comportava però una maggiore spesa.
“Ci auguriamo che la norma venga presto riproposta anche perché ogni anno l’Enpam perde un flusso contributivo di 180 milioni di euro oltre ai 150 milioni di euro pagati di tasse – conclude il presidente di Enpam –. È una questione di pari dignità costituzionale: non si può negare un flusso di cassa, dovuto, a un ente che deve assicurare previdenza a una categoria di professionisti, perché quella liquidità verrebbe tolta ad altri che nulla c’entrano. Per fini di solidarietà già paghiamo le tasse”.