Il contest dedicato alla fotografia astratta di oggetti comuni sta riscuotendo interesse.
L’invito è quello a fotografare particolari di oggetti così da decontestualizzarli, dando loro una nuova realtà. Magari scegliendo di ritrarne solo una parte o utilizzando una delle tecniche per modificarne forma e aspetto, come il mosso, lo sfocato, il macro.
Molti degli scatti ricevuti fino ad oggi hanno saputo interpretare al meglio il tema proposto. Ne abbiano selezionati alcuni, altri li proporremo nelle prossime settimane e sui nostri social.
La copertina la merita Roberto Carlon, cardiologo di Cittadella (Pd) con lo scatto “Mare in tempesta”. Uno scatto, ci ha spiegato, costruito in studio, fotografando in controluce un quadro di sabbia colorata che si muove, ruotandola, all’interno di un doppio vetrino.
Nella gallery
Aldo Calcinotto, medico del Lavoro di Oderzo (Tv), ha scelto invece di utilizzare la tecnica dello sfocato per immortalare una serie di luci, probabilmente una decorazione di una giostra. Ottima anche la composizione.
Lo scatto di Roberto Luigi Ciccone, medico in chirurgia d’accettazione e d’urgenza a Bari, conferma come l’interpretazione della fotografia astratta possa essere molto soggettiva. Lo scatto ritrae una porta provette in polistirolo in controluce, che potrebbe ricordare, ad esempio, delle palline da golf perfettamente allineate.
Altro classico della fotografia astratta è quello di utilizzare le trame dei tessuti per creare immagini simmetriche. Così ha fatto Stefano Colussi, iscritto all’Albo dei medici e degli odontoiatri di Venezia. Apprezzata anche la scelta di mettere a fuoco solo la parte centrale dello scatto.
Trame dalle quali possono nascere nuove forme non solo dai tessuti, ma anche da altri materiali. Il legno sembrerebbe essere stato scelto da Giuliano Bonanni, pescarese, Internista ematologo in pensione, per creare queste onde geometriche. Lavorando in post-produzione sui neri, bianchi e sulla luminosità, si sarebbe potuto esaltare ancora meglio le forme.
Fotografia astratta che può anche rappresentare chiaramente un oggetto, ma inquadrandolo in modo da ricordarne altro. Così come ha fatto Mario Marcolina, medico e odontoiatra della provincia di Udine. I raccoglitori del suo studio sono diventati, ai nostri occhi, il reto di ordinate cabine balneari.
(testi a cura di Norberto Maccagno)