Dei tre anni di pandemia saranno certamente i numeri a essere ricordati. Tra questi, quelli di coloro che sono morti curando e assistendo gli italiani: circa 4mila, di cui quasi 400 medici e odontoiatri.
Ma in tutte “le guerre” – che proprio sabato 18 marzo celebra le sue vittime con una Giornata nazionale a loro dedicata – ci sono anche le storie dei “reduci”, del come hanno vissuto e di come vivono il dopo. Che per gli operatori sanitari vuole anche dire frequentare gli stessi luoghi che li hanno visti in prima linea.
A raccontare “cosa è rimasto dopo la tempesta” è il progetto “Reduci del Corona” del fotoreporter Matteo Placucci, un libro e una mostra itinerante “per ricordare e documentare il percorso emotivo, personale e professionale degli operatori sanitari coinvolti sul campo”.
Mostra e libro sono stati presentati sabato 11 marzo all’Istituto Italiano di Fotografia a Milano.
“L’idea – racconta Matteo Placucci – nasce durante il primo lockdown. Io ero bloccato in Svizzera, dove la situazione era meno grave che in Italia. Vedendo i telegiornali e leggendo le cronache ho subito capito che oltre alla popolazione, il Covid avrebbe lasciato un segno negli operatori sanitari e ho cercato di conoscere i loro stati d’animo, come stessero vivendo la situazione. Mi sono messo al telefono e ho cominciato a sentirli e incontrarli online per raccogliere le loro storie”.
Come nei suoi precedenti lavori, anche in questo progetto il fotografo indaga gli aspetti sociali del fenomeno, cercando di documentarli dal punto di vista dell’essere umano nella sua sfera emotiva. “Quando sono riuscito a tornare in Italia – spiega – ho contattato Laura Ravaioli, psicologa e psicoanalista, volevo il suo supporto. Le ho raccontato il progetto e ci siamo messi all’opera”.
INDAGINE SUL CAMPO
Per tre anni Placucci ha raccolto storie di medici, infermieri, operatori socio-sanitari e volontari delle regioni maggiormente colpite dalla pandemia, per avere una panoramica della condizione emotiva vissuta.
Per raccontare con le immagini questi stati d’animo, Placucci ha interagito con i protagonisti, si è recato nei reparti, a casa, nei luoghi scelti dai sanitari scegliendo la posa e la situazione che meglio potesse testimoniare il sentito pregresso e quello attuale.
“Ho cercato di uscire dallo stereotipo dello scatto in bianco e nero del sanitario con camice e mascherina con le mani sul volto appoggiato ad un muro. Per raccontare ho utilizzato più stili fotografici, il mosso, colori non drammatici, il paesaggio, lo stile da fotoreportage”.
Tra gli scatti, il pallone – stile Wilson con cui il disperso e solitario Tom Hanks dialoga nel film Cast away – appoggiato vicino al televisore nel soggiorno della casa dove Giacomo Guidelli, reumatologo, si era rifugiato per stare lontano dalla famiglia e non rischiare di contagiarli; la soffitta che ha ospitato il medico cardiologo Luigina Viscardi; l’operatrice socio sanitario Alessandra Fantini mentre balla il flamenco da sola in cantina o l’infermiere Rudi Bianchi nella serra del suo orto e ancora Francesca De Bandi, anestesista, mentre si rilassa in reparto, utilizzando la realtà virtuale che prima del Covid veniva messa a disposizione dei pazienti durante gli interventi.
MOSTRA ITINERANTE E LIBRO
In tutto sono stati sentiti quasi 100 operatori sanitari, 81 le foto raccolte nel libro – di cui una ventina selezionate per la mostra – che racconta le storie dei ‘reduci’ protagonisti.
“Il lavoro di selezione è durato un anno e mezzo”, dice Loredana De Pace, giornalista e curatrice del libro e della mostra. “Prima abbiamo fatto una macro-selezione per tematiche, ambienti, situazioni, simboli e ritratti. Dovevamo cercare il giusto equilibrio tra componente estetica e il racconto”.
La mostra sarà itinerante e cambierà di volta in volta, adattandosi alla sede espositiva. Fino al 24 marzo sarà visitabile gratuitamente all’Istituto italiano di Fotografia a Milano, poi ad aprile farà tappa al Grande ospedale metropolitano Niguarda di Milano e a maggio all’ospedale Bolognini di Seriate (Bg).
Più in là, ci spiegano, la mostra potrebbe strutture ospedaliere a Bologna, al Centro Italia fino al Sud.
Il libro “Reduci dal Covid” invece, edito da Corsiero Editore, è disponibile sulle piattaforme digitali.
Norberto Maccagno
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Sito della mostra e del fotografo Matteo Placucci .
“Reduci del Corona” di Matteo Placucci: presentazione del libro e mostra
Corona Veterans – What’s left after the storm