PENSIONI INPS
Opzione donna in discesa per norme in salita
Opzione Donna è stata introdotta nel 2004 come misura sperimentale per consentire alle donne di accedere alla pensione anticipata, ma negli anni ha subito continue proroghe e modifiche.
Negli ultimi anni, l’adesione a questa forma di pensionamento è drasticamente diminuita: dai circa 21mila pensionamenti annui tra il 2019 e il 2022, si è passati a 11.996 nel 2023 e solo 3.489 nel 2024. La causa principale è l’inasprimento dei requisiti imposto con le leggi di bilancio 2023 e 2024, che ha reso la misura meno accessibile e penalizzante economicamente, in quanto basata sul calcolo contributivo.
La legge di bilancio 2025 ha mantenuto i criteri del 2024: possono accedere le donne con almeno 35 anni di contributi e 61 anni di età (ridotti fino a due anni per le madri), ma solo se rientrano in una delle seguenti categorie: caregiver di familiari con gravi disabilità, invalide civili al 74% o lavoratrici licenziate/dipendenti di aziende in crisi.
I requisiti anagrafici e contributivi devono essere maturati entro il 31 dicembre 2024, mentre le condizioni specifiche possono essere soddisfatte entro il 2025. La decorrenza della pensione varia: 12 mesi per le lavoratrici dipendenti, 18 mesi per le autonome.